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      L'effetto era naturalmente determinato dalla bontà dell'originale che s'imitava, e dall'ingegno del traduttore; anche variando tema, testo e traduttori, tutto questo repertorio d'imitazioni dev'essere stato consono in certi tratti principali, giacchè tutte le commedie erano adatte alle stesse condizioni di rappresentazione ed allo stesso pubblico.
      Il trattamento, in generale e nei suoi dettagli, era libero al massimo grado; e lo doveva essere. Se le commedie originali erano rappresentate al cospetto della stessa società che copiavano, e se appunto in ciò si riconosceva il loro pregio principale, si deve convenire che il pubblico romano di quel tempo era tanto diverso dal pubblico attico, ch'esso non era nemmeno in grado di capire questo mondo straniero.
      I Romani non presero nè la grazia e l'umanità, nè il sentimento e la vacuità decente della vita domestica degli Elleni.
      Il mondo degli schiavi era assolutamente differente; lo schiavo romano era un mobile, lo schiavo attico un servitore; in caso di matrimoni di schiavi, o quando il padrone trattava umanamente lo schiavo, i traduttori romani avvertivano il loro pubblico di non scandalizzarsi, perchè ciò comunemente si usava in Atene(67), e quando, più tardi, si cominciò a scrivere commedie secondo i costumi romani, la parte dello scaltro servitore dovette essere eliminata, perchè il pubblico romano non tollerava questi schiavi che dominavano e conducevano pel naso i loro padroni.
      Meglio di queste figure secondarie sostennero la traslazione le figure caratteristiche, comuni e di classe, designate più rozzamente e buffonescamente, dei professionisti; ma anche fra queste il traduttore romano dovette rinunciare a riprodurne parecchie, e, verosimilmente, le più raffinate ed originali, come ad esempio Taide colei che combinava i matrimoni, la scongiuratrice della luna ed il sacerdote mendicante di Menandro, e tenersi di preferenza a quelle professioni straniere, colle quali il lusso delle mense greche, già generalmente adottato in Roma, s'era reso familiare presso il pubblico romano.


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Storia di Roma
4. Dalla sottomissione di Cartagine a quella della Grecia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 343

   





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