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      Non esisteva ancora alcuna distinzione tra coltura preparatoria e generale e lo studio speciale delle scienze, ma ciò che sembrava necessario e utile a sapersi delle varie discipline scientifiche si pretendeva da ogni vero romano.
      Ne erano esclusi gli studi della grammatica latina, che fino allora non poteva ancora aver avuto quel formale sviluppo portato dalla vera filologia, come pure la musica e tutto il ciclo delle scienze fisiche e matematiche.
      Nelle scienze si doveva compendiare naturalmente la pratica, e anche questo con tutta la possibile concisione e chiarezza. Si servivano bensì della letteratura greca, ma solo per ricavare da una farragine di anticaglie qualche utile massima basata sull'esperienza; una sentenza favorita di Catone dice: «Si deve scorrere la letteratura greca, ma non ci si deve affondare». Così furono compilati quei manuali familiari, i quali purtroppo, nell'evitare la sottigliezza e la confusione greca, non seppero però conservare la greca perspicacia e acutezza; ma che perciò appunto, per la attitudine della coltura romana di fronte alla greca, sono diventati una specie di modello pei tempi successivi.
      34. Carattere e posizione storica della letteratura romana. In tal modo coll'impero del mondo entrarono in Roma la poesia e la letteratura, o, per parlare come un poeta del tempo di Cicerone:
      Poenica bello secundo, Musa pennato graduIntulit se bellicosa Romuli in gentem feram
      (Durante la seconda guerra punica, la musa dai passi alati entrò in veste guerresca in mezzo al fiero popolo di Romolo).


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Storia di Roma
4. Dalla sottomissione di Cartagine a quella della Grecia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 343

   





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