Pagina (294/343)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Ma un tale giudizio, se non ingiusto, sarebbe però giusto solo da un lato.
      Prima di tutto si deve riflettere che questa letteratura trapiantata mise radici presso una nazione che non solo non possedeva alcuna arte poetica nazionale, ma che non sarebbe mai arrivata a possederne(92).
      Nell'antichità, a cui fu straniera la poesia moderna della individualità, la creatrice vena poetica muove necessariamente dalle scaturigini di quel tempo inconscio, in cui la nazione si sentiva sotto l'incubo del timore e della gioia del divenire; senza diminuire la grandezza degli epici e dei tragici greci noi possiamo asserire che la loro poesia consisteva essenzialmente nella riproduzione delle antichissime narrazioni di divinità umane e d'uomini divini.
      Nel Lazio mancava affatto questa fonte della poesia antica; dove il mondo divino non aveva forma, dove la leggenda era rimasta sterile, non potevano prosperare spontaneamente nemmeno gli aurei frutti della poesia.
      A ciò si aggiunge una seconda e più importante considerazione; l'interno sviluppo intellettuale e l'esterno svolgimento politico d'Italia avevano toccato quasi nello stesso tempo una meta, raggiunta la quale non era possibile tenere la nazionalità romana chiusa ad ogni superiore ed individuale coltura e respingere da sè l'ellenismo.
      Su questa propaganda dell'ellenismo in Italia, che certo aveva una tendenza rivoluzionaria ed antinazionale, ma che non era però meno indispensabile al necessario pareggiamento intellettuale delle nazioni, si fonda l'autorità storica e anche la giustificazione poetica della letteratura romano-ellenica.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia di Roma
4. Dalla sottomissione di Cartagine a quella della Grecia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 343

   





Lazio Italia Italia