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      Inst. in Athen, 4, 235) dà un importante idea di questi rapporti.
      (14) [L'originale porta Enipeo in margine e Elpio nel testo: si è preferito il primo, più usato dagli storici italiani]. (Nota del traduttore).
      (15) Il racconto, che i Romani lo abbiano fatto morire privandolo del sonno, per mantenere così la parola data che gli assicurava la vita e nello stesso tempo soddisfare la loro vendetta, è certamente una favola.
      (16) Il racconto di Cassiodoro, che nell'anno 596=158 le miniere della Macedonia furono di nuovo attivate, è confermato dalle monete. Non esistono monete d'oro delle quattro Macedonie; le miniere d'oro rimasero quindi chiuse o il metallo ricavato fu venduto in verghe. Noi troviamo invece monete d'argento della prima Macedonia (Amfipoli), nel cui circondario si trovavano le miniere; pel breve spazio di tempo, in cui devono essere state coniate (596=158), il numero ne è straordinariamente grande e ciò prova o una grandissima attività nel lavoro delle miniere, o che l'antica moneta regia venisse rifusa in grande quantità.
      (17) Se i comuni macedoni furono esonerati dai Romani «dalle imposte e dalle gabelle regie» (POLIB., 37, 4) non occorre ammettere un posteriore sgravio da queste imposizioni. A spiegare le parole di Polibio basta sapere, che la imposta, fino allora regia, divenne comunale. La durata della costituzione data da Paolo Emilio alla provincia macedone, per lo meno sino ai tempi d'Augusto (LIV., 45, 32; GIUSTINO, 33, 2), potrebbe certo accordarsi anche con lo sgravio dell'imposta.


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Storia di Roma
4. Dalla sottomissione di Cartagine a quella della Grecia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 343

   





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