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      (18) Tutti questi distintivi si concedevano probabilmente in origine soltanto alla nobiltà propriamente detta, cioè ai discendenti agnati di magistrati curuli, benchè, come suol avvenire per simili decorazioni, coll'andar del tempo, poi siano state estese assai di più. Una prova speciale ne è l'anello d'oro, che nel quinto secolo era portato soltanto dalla nobiltà (PLIN., N. h. 33, 1, 18); nel sesto da tutti i senatori e dai loro figli (LIV., 26, 36); nel settimo da tutti coloro che avevano rango di cavaliere; nel tempo degli imperatori da tutti i nati liberi; ne sono anche prova i finimenti del cavallo guarniti d'argento, che ancora durante la guerra annibalica spettavano solo alla nobiltà (LIV., 36, 36); la guarnitura di porpora della toga, che in origine spettava solo ai figli dei magistrati curuli, poi anche a quelli dei cavalieri, più tardi a quelli di tutti i nati liberi; finalmente - però già al tempo della guerra annibalica - persino ai figli dei liberti (MACROBIO, Sat. 1, 6). Lo strato porporino sulla tunica (clavus) era - come si può provare - il distintivo dei senatori e dei cavalieri, quelli lo portavano largo (donde laticlavio), questi stretto; così la capsula di oro dell'amuleto (bulla) era portata solo come distintivo dai figli dei senatori al tempo della guerra annibalica (MACROBIO in altri luoghi, LIV., 26, 36), al tempo di Cicerone, come distintivo, dai figli dei cavalieri (CIC., Verr. 1, 58, 152); le classi inferiori invece portavano l'amuleto di cuoio (lorum). Sembra però che vi siano delle accidentali lacune nella tradizione, e che nei primi tempi anche il clavus e la bulla siano stati distintivi esclusivamente della nobiltà.


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Storia di Roma
4. Dalla sottomissione di Cartagine a quella della Grecia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 343

   





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