Pagina (313/343)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Le attestazioni non si scostano che apparentemente da questa opinione. L'antica e coerente tradizione, sviluppata da BECKER, 2, 1, 243, non ammette le diciotto centurie patrizio-plebee sibbene le sei centurie patrizie della complessiva forza di 1800 uomini; la quale tradizione è seguita evidentemente da LIVIO 1, 36 (secondo la sola lezione manoscritta ammissibile e che non può venir corretta, con periodi isolati di LIVIO) e da CICERONE loc. cit. (secondo la sola lezione grammaticalmente ammissibile MDCCC; v. BECKER, 2, 1, 24). Ma appunto Cicerone indica nello stesso tempo molto giudiziosamente, che tale in generale debba considerarsi la forza della cavalleria romana di quell'epoca. Il numero totale fu posto in luogo della parte maggiore con una prolepsi, di cui usavano spesso gli antichi annalisti non troppo riflessivi. Così appunto si assegnano al comune dei primi tempi 300 cavalieri invece di 100, includendo per anticipazione il contingente dei Tizi e dei Luceri (BECKER, 2, 1, 138). La proposta di Catone, finalmente, di aumentare il numero dei cavalli dei cavalieri sino a 2200 (p. 66 JORDAN) è una conferma tanto evidente della suespressa opinione, quanto una non meno decisa confutazione dell'opposta. La cavalleria cittadina si divideva quindi in sessanta torme di trenta uomini ciascuna, e con questa divisione combina benissimo ciò che conosciamo delle torme equestri dei tempi degli imperatori: poichè non meno universale che infondata è l'ipotesi, che allora i cavalieri fossero stati ridotti a sei torme, ciascuna capitanata da un sevir (sestumviro) equitum romanorum (BECKER, 2, 1, 261, 268). La tradizione non fa cenno del numero delle torme; siccome si deve però ritenere con certezza, che tutti i cavalieri romani erano divisi in torme, così sembra, che il numero di sessanta sia piuttosto troppo piccolo che troppo grande.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia di Roma
4. Dalla sottomissione di Cartagine a quella della Grecia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 343

   





Cicerone Tizi Luceri Catone