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      Se nelle iscrizioni sono menzionati soltanto i primi numeri che vanno sino alla quinta od alla sesta torma, questa preferenza si spiega semplicemente con la particolare considerazione di cui godevano le prime; ciò è provato dalle iscrizioni, dove noi incontriamo soltanto il tribunus a populo elaticlavius, il iudex quadringenarius, e giammai il tribunus rufulus e angusticlavius, il iudex ducenarius. E consta ancora meno che ogni torma avesse un solo sestumviro e che il loro numero si limitasse a sei. I sei condottieri, che il regolamento dell'esercito assegna ad ogni torma (POLIB., 6, 25, 1), i decurioni e gli optiones di CATONE (cfr. p. 39 JORDAN) saranno stati piuttosto questi sestumviri, e quindi vi saranno stati sei volte tanti sestumviri quanti erano gli squadroni di cavalleria. Il magister equitum, che nei primi tempi dei re e della repubblica non era una carica permanente, risorse col titolo di princeps iuventutis. Astrazion fatta dai contingenti dei sudditi italici ed extra italici, la cavalleria ordinaria dell'esercito romano si componeva degli equites equo pubblico o equites legionarii; gli equites equo privato componevano le divisioni dei volontari o di punizione.
      (22) La stabilità dell'aristocrazia romana si può chiaramente seguire, e in particolar modo per le famiglie patrizie, nei fasti consolari ed edilizi. Come è notorio, il consolato fu occupato dall'anno 388 al 581 (ad eccezione degli anni 399, 400, 401, 403, 405, 409, 411, nei quali entrambi i consoli furono patrizi) sempre da un patrizio e da un plebeo.


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Storia di Roma
4. Dalla sottomissione di Cartagine a quella della Grecia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 343