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      Egli fece le ruote più forti, ad effetto che non potessero facilmente esser rotte, e rendè più ampia la carreggiata, perchè stesser più fermi: aggiunse' a ciascuna estremità dell'asse o sala del Carro falci lunghe tre piedi, che erano orizzontalmente disposte; e sotto la sala ne pose altre due ricurvate verso la terra per tagliare in pezzi tanto uomini quanto cavalli, che l'impetuosità del moto dei Carri avesse gettati per terra.
      Sembra da differenti passi degli Autori che in seguito fossero aggiunte ancora alla estremità del timone due lunghe punte per ferir chi si appresentava; e che si armò altresì dalla parte di dietro il Carro di molti ordini di lame taglienti ed acute per impedire che alcun vi salisse. Questi Carri furono usati in tutto l'Oriente per diversi secoli, fino a tanto che l'Arte della guerra essendosi perfezionata, s'inventarono diversi altri mezzi onde renderli affatto inutili; e così vi fu renunziato del tutto.
      Presso i Greci era un merito quello di possedere a perfezione l'Arte di ben guidare un Carro. Vi erano per coloro, che si distinguevano in ciò, dei grandi onori e dei premj, che si conferivano nei Giuochi solenni, e soprattutto in quelli appellati Olimpici.
      Queste corse di Carri passarono dall'Olimpia a Roma, ove furono uno dei più brillanti spettacoli dati nel Circo. I Carri, di cui ciascun si serviva in tale occasione, erano leggierissimi e fatti in modo da potervi salire di dietro, essendo il davanti in forma di mezzo cerchio andante, ed alto tanto da far la vece di parapetto o d'appoggio.


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Dizionario compendiato di antichità
di Etienne Jean Monchablon
Firenze dai torchi di Gio. Marenigh
1821-1822 pagine 560

   





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