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      I Lottator così preparati venivano alle mani. Si accoppiavano due a due, e si fecevan più lotte nel tempo istesso. Lo scopo, che in questa specie di combattimento si proponevano, era di rovesciar il suo avversario, e atterrarlo. A questo efietto gli Atleti adopravano la forza e l'astuzia. Cominciavano dal prendersi scambievolmente la mano, e quindi procedevano a tirarsi avanti, a spingersi, e a rovesciarsi all'indietro, a darsi delle contorsioni, a intralciarsi le membra, a prendersi per il collo, ed a serrarsi la gola fino a impedire il respiro, ad abbracciarsi assai strettamente, a scuotersi, a piegarsi in obliquo, a prendersi e sollevarsi in aria ed urtarsi con la fronte come i montoni, ed a torcersi il collo. Tra le astuzie e gli strattagemmi dei Lottatori era vantaggio notabile quello di rendersi padron delle gambe del suo Antagonista, ciò che da noi si direbbe dare il gambetto (V. Anaclinopalo).
      LUCERES (la Tribù dei). Fu una delle prime, che composero tutto il Popolo Romano. Essa diede, come le altre due, il di lei nome ad una delle Centurie dei Cavalieri Romani.
      LUDUS. Questa parola presso i Romani significava non solo un esercizio qualunque, sia di corpo, sia di spirito, ma ancora il luogo ove s'istruivano i Cittadini in differenti esercizj. Così le Case particolari, dove i Gladiatori imparavano il loro mestiere, erano dette Ludi; i loro combattimenti nell'Arena Ludi; e questi stessi spettacoli Ludi: parimente Ludus era una Scuola, di qualunque genere e specie si fosse.


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Dizionario compendiato di antichità
di Etienne Jean Monchablon
Firenze dai torchi di Gio. Marenigh
1821-1822 pagine 560

   





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