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      Numa affidò loro la custodia del Fuoco immortale e del Palladio con l'ingerenza di alcuni Sacrifizj e segrete Cerimonie, che al culto della Dea Vesta si riferivano. Esse facevano voto di castità durante un trentennio, in cui erano addette al servizio di quella Dea. Prima de' sei anni non vi erano ammesse, nè in età maggiore di dieci; e bisognava per essere ricevute che non avessero alcun naturale difetto. I dieci primi anni erano una specie di noviziato, nel corso del quale apparavano i sacri Misterj; nei dieci seguenti esercitavano le loro funzioni; e negli ultimi dieci impiegavansi per istruir le novizie. Spirato questo termine erano in libertà di rinunziare al lor ministero, di lasciarne i distintivi, e potevano eziandio maritarsi.
      Le Vestali avevano molte onorificenze, e godevano di riguardevoli privilegj, come per esempio di testare vivente il Padre, e di disporre di tutto ciò che le riguardava senza aver bisogno di Curatore, mentre tra i Romani le Donne stavano sempre sotto tutela. Nel Circo e negli altri Spettacoli avevano un posto di distinzione, ed erano mantenute in tutto e pertutto a pubbliche spese.
      Era proibito il far loro prestar giuramento, e facevan fede in Giustizia sulla semplice loro parola. Quando uscivano in pubblico un Littore le precedeva co' fasci; e dato il caso che una Vestale incontrasse un reo, che si conducesse al supplizio, essa lo salvava purchè mostrasse essere stato un incontro puramente fortuito, e che non era passata per quella strada con sì fatto proponimento.


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Dizionario compendiato di antichità
di Etienne Jean Monchablon
Firenze dai torchi di Gio. Marenigh
1821-1822 pagine 560

   





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