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      Vi è sotto di essa stanza un portico coperto, simile ai portici sotterranei; questo nell'estate è gelato per il freddo che vi s'imprigiona, e contento dell'aria che ha, non desidera, nè ve n'ammette altra di fuori.
      Dopo i due portici coperti, dove termina il triclinio, comincia un portico, che prima di mezzodì è da inverno, ed è da estate secondo che il giorno va inoltrando: di qua si va a due appartamenti, uno dei quali ha quattro stanze, e l'altro tre; secondo che gira il Sole, o gode il Sole ognuno di essi, o gode l'ombra.
      Allo scompartimento, e graziosa varietà delle qui descritte Fabbriche precede per tutti i versi l'Ippodromo: il di lui mezzo è così patente che subito si presenta davanti agli occhi di quei che vi entrano: è circondato all'intorno di platani; questi sono vestiti d'ellera; laonde, siccome di sopra colle proprie foglie, così di sotto verdeggiano colle straniere; l'ellera in realtà serpeggia e per il loro tronco e per i lor rami, e di più passando da uno in altro, congiunge questo col suo vicino; tra i platani son tramezzati i bossi, e secondo che questi escano fuori di quelli, sono incontrati dai lauri, e per ultimo l'ombra dei lauri viene a frammischiarsi coll'ombra dei platani. Tutto questo fa il limite diritto dell'ippodromo.
      Nell'estrema sua parte ripiega in semicerchio, e muta faccia: è ivi attorniato, e coperto di cipressi, indi per l'ombra più densa si rende più cupo ed opaco: nei più interni, che son molti, s'introduce non ostante la luce dei purissimi giorni; vi allignano ancora delle rose; ed il fresco dell'ombre si fa godibile perchè distinte esse dal Sole, che non è ivi ardente, appunto per le molte ombre.


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Dizionario compendiato di antichità
di Etienne Jean Monchablon
Firenze dai torchi di Gio. Marenigh
1821-1822 pagine 560

   





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