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      E i popoli, che avevano dato tanto del loro sangue per condurre quei re alla vittoria, essi trattarono come servi o vassalli, di cui potessero disporre a loro talento.
      In quella spartizione d'Europa le quattro maggiori potenze si fecero la parte del leone, pigliandosi la Russia la miglior parte della Polonia, la Prussia buona parte della Sassonia, l'Austria il Veneto e la Lombardia, l'Inghilterra Malta, l'isola di Helgoland e il Capo di Buona Speranza.
      Dopo aver preso per sè medesimi i bocconi più ghiotti, divisero il resto fra i principi minori, loro vassalli e clienti, come bottino - secondo la frase tipica di Thiers - trovato in una città presa d'assalto.
      E così, tagliata l'Italia a fette, diedero la Toscana alla casa di Lorena perchè austriaca, Lucca alla casa d'Este, Parma, Piacenza e Guastalla all'ex imperatrice Maria Luigia, la seconda moglie di Napoleone, figlia dell'imperatore Francesco d'Austria.
      Al Piemonte, per renderlo più forte contro la Francia, i territori dell'antica repubblica di Genova, sebbene Lord Bentick, commissario inglese, avesse promesso ai genovesi il ristabilimento del loro antico Stato. Il Belgio, già posseduto dall'Austria, strappato alla Francia, fu dato all'Olanda; la Svezia, privata della Finlandia, già presa dalla Russia, fu ingrandita colla Norvegia, specialmente in premio del potente ajuto che Bernadotte, già generale di Napoleone, aveva prestato alla causa degli alleati.
      Gli antichi Stati secolari e mediatizzati di Germania, e Lubecca e Colonia, città anseatiche, che Napoleone aveva soppresso con un tratto di penna, non furono ricostituiti; le antiche franchigie liberali che godevano le popolazioni di questi e degli altri minori Stati, furono soppresse; e la Confederazione germanica, parto del genio sottile e poliziesco di Metternich, fu costituita su basi così eterogenee, che la sua principale caratteristica doveva essere il dualismo fra l'Austria, fatta presidente della Confederazione, e la Prussia, che disponendo di un numero di voti eguale a quello dell'Austria, vi entrava con un numero assai maggiore di abitanti.


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Le guerre le insurrezioni e la pace nel secolo decimo nono
Volume primo
di Ernesto Teodoro Moneta
Tipografia Popolare Milano
1903 pagine 338

   





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