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      Mostrare la propria simpatia alla causa delle nazionalità oppresse, ma facendo sentire, a mezzo degli esuli rifugiati in Francia, che non poteva, nè voleva per esse mettere a soqquadro l'Europa, esortandoli a confidare nel tempo e nella forza sempre crescente dell'opinione pubblica liberale; dar pegno alle potenze del proprio amore alla conservazione della pace generale, a cui tutte molto tenevano, ma far loro ben comprendere, nello stesso tempo, che il miglior modo di conservarla era quello di rimuovere le cause di perturbazione con istituzioni conformi allo spirito dei tempi e alle aspirazioni dei popoli; accadendo un'insurrezione in questo o quel paese, di carattere nazionale, adoperarsi, d'accordo possibilmente coll'Inghilterra, ad ottenere l'intervento diplomatico di Europa, allo scopo di localizzarla e di dare al conflitto un'equa soluzione come si era fatto pel Belgio; - questa era la politica che più si addiceva ad un governo uscito da una rivoluzione, che rievocava i principii dell'89, di fronte ad una Europa nella quale la Santa Alleanza teneva ancora la prima parte.
      Ma per seguire questa politica occorreva che fra il governo di Luigi Filippo e la nazione ci fosse una piena corrispondenza di spirito; occorreva sovratutto l'appoggio franco e sincero della parte veramente liberale.
      Disgraziatamente, dopo i primi mesi di regno, caduto il governo di Luigi Filippo nelle mani di conservatori, che i principii della rivoluzione avevano in uggia, e volevano esercitare il potere in modo poco diverso da quello contro cui la rivoluzione di luglio era stata fatta, quell'appoggio mancò interamente.


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Le guerre le insurrezioni e la pace nel secolo decimo nono
Volume primo
di Ernesto Teodoro Moneta
Tipografia Popolare Milano
1903 pagine 338

   





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