Pagina (71/338)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Mentre i repubblicani non dissimulavano i loro propositi di dar battaglia alla nuova monarchia alla prima occasione favorevole, il governo si vide minacciato nell'ovest della Francia da una rivolta d'altra natura.
      La duchessa di Berry, sentendo che per la causa del figlio suo - allora fanciullo, che poi col nome di Enrico V non fu mai altro che un amenissimo pretendente - il sangue era già corso nella Vandea, con un coraggio veramente cavalleresco, dopo un viaggio pieno di drammatici episodi, si portò di persona a capitanare la nuova campagna.
      Arrivata nella Vandea, sebbene i capi del suo partito a cui si era rivolta, sconsigliassero una presa d'armi in quel tempo, volle tentar la fortuna e l'azione fu decisa.
      Disgraziatamente, ai suoi proclami altisonanti e ai suoi appelli guerreschi pochi risposero; inoltre le imprudenze di alcuni dei suoi partigiani fecero conoscere ai generali mandati a combatterli il piano della rivolta, prima che fosse mandato ad effetto. Nondimeno in parecchi scontri, e nel combattimento decisivo nella località chiamata du Chène, i realisti, comandati da Charette, si batterono con gran valore, ma dovettero soccombere.
      Questa levata d'armi dei vandeani, cominciata con l'assassinio di gendarmi isolati, a cui fu risposto da ufficiali e soldati orleanisti coll'uccisione senza processo di persone semplicemente sospette di partecipare alla rivolta, finì con atti non meno feroci delle due parti.
      Quarantacinque vandeani, che non vollero arrendersi, furono fatti morire in mezzo alle fiamme, dopo aver dato il fuoco alla casa in cui si erano riparati.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Le guerre le insurrezioni e la pace nel secolo decimo nono
Volume primo
di Ernesto Teodoro Moneta
Tipografia Popolare Milano
1903 pagine 338

   





Francia Berry Enrico V Vandea Vandea Chène Charette