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      Arresosi poco dopo anche il forte di Castellammare, ai primi di febbraio tutta la Sicilia, tranne la cittadella di Messina, si trovò libera d'ogni segno di dominazione borbonica.
      LA SOLLEVAZIONE DEL NAPOLETANO.
      La febbre della rivoluzione è contagiosa. Udite le prime notizie dell'insurrezione di Palermo, un giovine di gran coraggio, Costabile Carducci, corre alle montagne del nativo Cilento e lo infiamma col grido di libertà.
      Raccolta una schiera di fidi seguaci, percorre la campagna, trovando dovunque festose accoglienze e nuovi compagni. Al suo avvicinarsi le campane dei villaggi suonavano a festa, il clero gli andava incontro con la croce. Organizzava la Guardia nazionale, toglieva le armi agli avversi e ai sospetti, e le dava ai più fidati. Un grosso corpo di truppe spiccatogli contro, costretto a dividersi in gruppi fra quei dirupi, fu da lui messo in rotta in tutti gli scontri.
      Queste notizie insieme a quelle di Sicilia non potevano non far nascere anche in Napoli un prepotente desiderio di libertà.
      La mattina del 27 gennaio due poderosi gruppi, sventolando bandiere nazionali, percorsero la via principale della città al grido di Viva la Costituzione!....
      Quel grido produsse un effetto prodigioso. Gli agenti e le guardie di polizia lasciarono libero il passaggio all'imponente processione, salutata da applausi entusiastici dalla gente affollata sui balconi.
      Allarmato il re da quell'improvviso, immenso subbuglio di popolo, diede ordine al generale Statella di far sgombrare le strade a qualunque costo, facendo correre artiglieria e cavalleria, nessuno risparmiando.


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Le guerre le insurrezioni e la pace nel secolo decimo nono
Volume primo
di Ernesto Teodoro Moneta
Tipografia Popolare Milano
1903 pagine 338

   





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