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      Il generale Bedeau risponde che egli ha la consegna di ristabilir l'ordine, ma il coraggio di ordinare una strage gli manca; consente perciò ad una sospensione delle ostilità, e manda una staffetta a prevenirne il maresciallo.
      Erano le otto ore.
      Dal canto suo il generale Tallandier, che doveva appoggiare la colonna del generale Bedeau, fu arrestato a mezza via da altre Guardie nazionali, che, associatesi agli insorti, persuasero quel generale a ripiegare verso l'Hôtel de Ville.
      Fino alle nove del mattino il generale Bedeau colle sue colonne d'attacco non aveva ottenuto altro effetto che di far vedere ai soldati che la insurrezione non era già l'opera di pochi rivoltosi, ma di tutta la popolazione borghese, di cui la Guardia nazionale era diretta emanazione.
      Ben altri risultati aveva l'offensiva dalla parte degli insorti.
      Nei quartieri popolari, tutti gli scontri avvenuti colle truppe erano stati favorevoli agli insorti.
      Verso le ore nove gli allievi della Scuola politecnica, fedeli alle loro tradizioni, usciti in massa dall'Istituto, si presentarono a parecchi uffici municipali per offrire la loro opera ai combattenti.
      Ma allora a molti in diverse parti della città, senza essersi dato l'un l'altro la parola, venne il pensiero che, se bello era il vincere, più bello sarebbe stato vincere senz'altro spargimento di sangue.
      Ufficiali e soldati non erano tutti figli del popolo? Era giusto, era umano che si uccidessero fra loro? L'esercito non appartiene alla nazione per la difesa dei suoi diritti?


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Le guerre le insurrezioni e la pace nel secolo decimo nono
Volume primo
di Ernesto Teodoro Moneta
Tipografia Popolare Milano
1903 pagine 338

   





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