Pagina (216/338)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Rimasero morti quattro cittadini e sette gravemente feriti. Ne conseguì una grande esasperazione nel popolo, e una lotta generale sembrava prepararsi, perchè in molti quartieri già si dava mano a innalzare barricate. Siccome però i cittadini non avevano armi, e i punti strategici erano già occupati dalla truppa, la lotta sarebbe probabilmente finita colla peggio dei cittadini. Ma da questo momento la sollevazione cessa di essere un prodotto del solo impeto popolare, perchè pochi uomini, in cui era ancor vivo il senno politico degli antichi reggitori della veneta repubblica, ne prendono la direzione, proponendosi di condurla a buon porto, fidenti nella forza morale che dà la difesa di una grande e giusta causa.
      Daniele Manin, sapendo che la prima condizione per vincere è quella di non darsi vinti, conosciuto il rifiuto del governatore alle condizioni da lui poste, recossi con alcuni amici al Municipio, eccitandolo perchè si chiedesse di nuovo al Governatore, nell'interesse dell'ordine pubblico, la formazione della Guardia civica.
      La proposta fu accolta. Il podestà, Giovanni Correr, recossi immediatamente insieme alla Congregazione municipale dal governatore, per ottenerne la concessione, che aveva rifiutato al mattino.
      Intanto, per non perder tempo, in Municipio, alcuni cittadini preparavano il regolamento per la composizione della Guardia civica.
      Il governatore, dopo molta resistenza, finì per consentire alla istituzione d'una Guardia civica, formata di sole duecento persone, il cui regolamento dovesse essere fatto dalla Direzione di Polizia.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Le guerre le insurrezioni e la pace nel secolo decimo nono
Volume primo
di Ernesto Teodoro Moneta
Tipografia Popolare Milano
1903 pagine 338

   





Manin Municipio Governatore Guardia Giovanni Correr Congregazione Municipio Guardia Guardia Direzione Polizia