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      La Guerra di Lombardia - 1848
      La storia della liberazione di Venezia e delle vittorie incruenti che la seguirono nel Veneto, sembra, a leggerla a tanti anni di distanza, un racconto di fate.
      Era bastato il fermo linguaggio di pochi uomini a strappare al maresciallo Zichy quella capitolazione, che dava Venezia e tutti i forti della laguna in potere del Municipio.
      Avutane notizia il tenente-maresciallo Ludolf il 23 marzo in Treviso, cedette il comando della cittą e provincia al governo provvisorio colą costituitosi e ritiravasi colle sue truppe a Trieste; lo seguiva nel giorno medesimo la guarnigione di Belluno.
      Il gen. Auer, comandante la cittą di Udine, ne seguģ l'esempio, ritirandosi colle sue truppe ai confini dell'Istria.
      Capitolarono del pari, davanti ai comissarī inviati dal governo provvisorio di Venezia, i comandanti delle fortezze di Osopo e Palmanova. In quest'ultima il vecchio generale Zucchi, che vi stava rinchiuso fin dal 1831 pei fatti di Romagna, da prigioniero ne divenne il comandante.
      Il 24 le truppe austriache sgombravano Rovigo.
      Tre battaglioni italiani che facevano parte delle guarnigioni di Rovigo, di Treviso e di Udine avevano fraternizzato col popolo.
      Il gen. D'Aspre, che aveva riunito in Padova da 9 a 10.000 uomini, avutone ordine da Radetsky, si mise in marcia il 24 verso Verona, dopo aver vuotata la cassa comunale di Padova, ed essersi fatto versare, nella sua sosta a Vicenza, lire 42.000 austriache dal Comitato colą costituitosi.
      Anche in Lombardia, Cremona e Brescia si trovarono libere in seguito a regolari capitolazioni, ma queste, anzichč colle buone come nel Veneto, furono ottenute a Cremona, in seguito alle disposizioni prese dal popolo per venire a battaglia, a Brescia dopo una breve ma fiera lotta.


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Le guerre le insurrezioni e la pace nel secolo decimo nono
Volume primo
di Ernesto Teodoro Moneta
Tipografia Popolare Milano
1903 pagine 338

   





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