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      Sei giorni dopo ne ordinò un'altra, non meno inutile, a due divisioni del 1.° corpo, verso Mantova, sperando nella insurrezione di cittadini disarmati contro un presidio di 12,000. Poi altra ricognizione a Castelnuovo, a Marmirolo e verso Sommacampagna: oziose passeggiate di chi non sa che si fare(6)».
     
     * * *

      Per venire in aiuto di Trento, che fin dalle giornate di Marzo aveva inalberata la bandiera tricolore, e mostrata l'aspirazione di unirsi al Lombardo-Veneto, e per tagliare l'unica via di comunicazione che a Radetzky rimaneva coll'Austria, diveniva importantissima l'occupazione del Trentino.
      Di quest'operazione, che poteva avere conseguenze incalcolabili sulle sorti della campagna, fu incaricato lo svizzero generale Alemandi, nominato dal governo provvisorio di Lombardia comandante dei corpi franchi (volontari) Arcioni, Beretta, Longhena, Manara, Thannberg e Vacari. Erano tutte milizie improvvisate, a cui per far buona prova, occorrevano buoni capi e l'appoggio di un po' di truppa regolare.
      Del non avere a ciò provveduto, il generale Schönhals, benchè nemico, dà biasimo a Carlo Alberto. Ma questi, oltre che vedeva con piacere allontanarsi quei corpi di volontari, che pel loro spirito insurrezionale potevano esercitare una cattiva influenza sulle sue truppe, non si preoccupava gran cosa di tutto quanto poteva accadere fuori della ristretta cerchia di territorio su cui operava il suo esercito. Perciò non pare che più tardi abbia dato la minima importanza a quella compagnia di studenti dell'Università di Padova e a quei volontari, che s'eran da sè stessi appellati crociati, trevigiani e triestini, che uniti sotto il comando del vecchio generale San Fermo, erano venuti a prendere posizione ad oriente di Verona, occupando una fronte di undici chilometri da Agugliana a Sorio e a Montebello.


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Le guerre le insurrezioni e la pace nel secolo decimo nono
Volume primo
di Ernesto Teodoro Moneta
Tipografia Popolare Milano
1903 pagine 338

   





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