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      Così operando, il re sardo non avrebbe fatto che imitare ciò che aveva fatto Bonaparte nel 1796, quando informato che Wurmser scendeva dal Tirolo con fresco esercito per soccorrere Mantova, abbandonò l'assedio già molto avanzato di questa piazza, per corrergli incontro, e batteva prima a Lonato il generale Davidovich, poi Wurmser stesso a Castiglione; mancatole lo sperato soccorso, Mantova poco dopo capitolava.
      La stessa cosa sarebbe avvenuta di Verona, se si fosse seguito l'esempio che la campagna di Bonaparte sul Mincio e sull'Adige additava. Ma la storia della guerra da lui combattuta su quel medesimo terreno, al pari dei principî di strategia, erano un libro chiuso per Carlo Alberto e pei generali che aveva al suo fianco. Essi se ne stettero inchiodati nelle posizioni che occupavano sul Mincio, quasi temessero di impegnarsi in una battaglia campale. Ma se non volevano affrontarla mentre Radetzky avea minori forze, non era darsi già vinti, pel momento in cui, non opponendovisi, i due eserciti nemici si sarebbero uniti?
      Perduta da Durando, il 9 maggio, l'occasione di battere, colle sue forze unite a quelle di Ferrari, le truppe del generale Nugent, divise queste in due parti dalla Piave, egli non fece, dopo quel giorno, che manovrare tenendosi sempre a discreta distanza dal nemico. E Nugent, che prima di avanzare verso Verona, avrebbe voluto assicurarsi le spalle e i fianchi, convocò il 16 maggio i suoi generali a consiglio di guerra a Visnadello, dove gli giunsero nuove imperiose sollecitazioni da Radetzky.


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Le guerre le insurrezioni e la pace nel secolo decimo nono
Volume primo
di Ernesto Teodoro Moneta
Tipografia Popolare Milano
1903 pagine 338

   





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