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      .. pensate che alla causa della nostra indipendenza è collegata anche quella della vostra libertà...
      «Se voi ci volete davvero inviare parole messaggere di pace, quali colombe apportatrici d'olivo in mezzo alle procelle dei tempi, annunciateci di aver riconosciuta l'indipendenza italiana; allora soltanto potremmo stringerci sulla vetta delle Alpi le destre disarmate».
      In quei giorni un manifesto pubblicato sui giornali e affisso sulle mura di Vienna invitava i cittadini d'ogni classe ad arruolarsi in una legione di volontari per accorrere in Italia, dove era «il campo dell'onore e della monarchia.» Il manifesto terminava con queste parole:
      «Rispetto alla nazionalità, rispetto alla libertà degli italiani. Noi ciò accordiamo dal profondo del nostro cuore. Ma la separazione violenta, totale della Lombardia e della Venezia dall'Austria, sarebbe la rovina dell'impero».
      E qualche giorno dopo sui giornali viennesi leggevasi:
      «I corpi dei volontari ingrossano d'ora in ora. In tutte le vie si veggono giovani dai 15 ai 16 anni, che portano ai loro capelli ornati di fiori questa iscrizione: Volontari per l'Italia».
      Furono dunque i rivoluzionari di Vienna, che allora eccitarono gli animi e vollero fossero dati denari e uomini per la continuazione della guerra d'Italia, con grande soddisfazione del partito militare e della Corte.
      Ma doveva pur venire il giorno in cui essi avrebbero fatto la dolorosa esperienza, che la sconfitta dell'indipendenza in Italia doveva tornare funestissima anche alla causa della libertà in Austria.


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Le guerre le insurrezioni e la pace nel secolo decimo nono
Volume primo
di Ernesto Teodoro Moneta
Tipografia Popolare Milano
1903 pagine 338

   





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