Pagina (70/328)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      La salute di Venezia dipendeva dunque più che tutto dalla marina, a questa perciò erano rivolti i voti, le speranze, e le esortazioni del popolo e della assemblea.
      Questa riunita il 28 luglio in comitato segreto, aveva emesso un ordine del giorno, così concepito:
      «Udite le comunicazioni fatte dal governo, l'assemblea, fidando nei promessi ardimenti della prode marina, nel provato valore delle truppe, coadiuvate dalla civica milizia, nella perseveranza eroica del popolo, nell'azione concorde dei poteri esecutivi, passa all'ordine del giorno.»
      L'Assemblea, accennando al provato valore delle truppe, non aveva parlato a sordi. L'indomani il ten. colonnello Sirtori comandò una sortita da Brondolo, cacciò per molte miglia gli austriaci; conquistò loro una bandiera, e rientrò in Venezia con 200 buoi, comperati nel territorio percorso dalle milizie venete vittoriose.
      Chi fu sordo all'appello dell'Assemblea fu il comandante della marina, Achille Bucchia.
      Pur troppo Venezia, che andrà gloriosa nei secoli per l'eroico contegno del popolo, per la intrepidezza dei suoi difensori, militi e capi, pel sapiente indirizzo dei suoi dirigenti politici, ebbe la sventura di avere alla testa della marina un uomo, il quale, per non chiamarlo pusillanime, dobbiamo dirlo stranamente dimentico dei doveri che nei supremi momenti incombono al comandante del naviglio di una città assediata.
      Rompere la linea del blocco era per Venezia un prolungamento della difesa, forse la salvezza; il tentarlo era per lui il primo dei doveri.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Le guerre le insurrezioni e la pace nel secolo decimo nono
Volume secondo
di Ernesto Teodoro Moneta
Tipografia Popolare Milano
1904 pagine 328

   





Venezia Assemblea Sirtori Brondolo Venezia Assemblea Achille Bucchia Venezia Venezia