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      I magnati, infiammati ed entusiasmati dalla parola di Luigi Kossuth, nella seduta memorabile della Dieta del 14 marzo 1848, rinunciano spontaneamente ai loro privilegi secolari, proclamando la eguaglianza di tutti dinanzi alla legge, rigenerazione civile di tutto il popolo, il quale in quella sera faceva echeggiare le vie della capitale dell'inno del suo bardo Alessandro Petöfi:
      «Giuriamo
      «che non sarem più schiavi».
      La rivoluzione ungherese era compiuta senza stilla di sangue.
      L'Austria giuoca partita doppia.
      All'indomani della sollevazione di studenti e di operai - della quale si discorse a suo tempo in queste pagine - i delegati della Dieta di Presburgo arrivarono a Vienna, accolti dai cittadini come fratelli. Si presentano, il 16 marzo, al re-imperatore, e i capi Luigi Batthyanyi e Luigi Kossuth, in nome del parlamento ungherese, gli porgono la petizione, il cui contenuto sommario era: d'istituire un ministero responsabile per l'Ungheria; di dare una costituzione liberale a tutte le provincie austriache; che però l'Ungheria resti amministrativamente separata e indipendente dalle altre.
      Re Ferdinando in quei frangenti promette tutto: dice che concederà al suo popolo fedele quanto desidera; e intanto asseconda subito il voto dei magiari nominando, come principe palatino e suo luogotenente nel regno, l'arciduca Ernesto, giovane benvoluto dal popolo per le sue idee liberali e patriottiche, e ungherese di nascita.
      Il mite Batthyanyi, illuso alle belle promesse di Ferdinando, crede alla parola del suo re, e torna fiducioso tra' suoi, nella certezza d'avere assicurato per sempre alla patria i beneficii della libertà!


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Le guerre le insurrezioni e la pace nel secolo decimo nono
Volume secondo
di Ernesto Teodoro Moneta
Tipografia Popolare Milano
1904 pagine 328

   





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