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      Dopo aver tentato invano di rompere il cerchio che lo teneva semichiuso in Komorn, Görgey ordinň a Klapka - il piů modesto e dei piů capaci dei generali ungheresi - di simulare un attacco generale con tutte le forze del presidio, mentre egli col suo piccolo esercito si sarebbe aperta la via su Waitzen e ai Carpazi.
      Questo piano, per ciň che dipendeva da Klapka riescě completamente (13 luglio). Egli dispose con tanta avvedutezza le sue truppe, che per tutta la giornata Haynau credette di avere di fronte tutto l'esercito di Görgey. Le truppe di questi poterono sfilare indisturbate per la riva sinistra sulla strada che mena a Waitzen. Giunto sotto questa cittŕ la trovň occupata da un reggimento di fanti russi, che fu tosto soccorso da altre forze.
      Richiamato a sč il corpo del generale Nagy-Sandor, lasciň che questi con soli 12,000 uomini tenesse fronte fino a tarda ora ad austriaci ed a russi, senza darne avviso a Perczel, che trovavasi poche miglia discosto con 26,000 uomini. Piuttosto che vincere assieme a generali, dei quali era geloso, Görgey preferě cacciarsi tra i dirupi dei Carpazi, senza congiungersi mai con Dembinski, unito al quale poteva dar battaglia all'uno e all'altro dei generali austriaci e russi, non senza probabilitŕ di vittoria.
      Il governo a Szegedin.
      «Se i generali, scrive il nostro autore, sapevano battersi bene alla testa dei loro honved, era pur sempre Kossuth colui che sapeva suscitare quell'entusiasmo che affronta qualunque sacrificio per amor della patria».
      Non ostante i rovesci di Komorn e di Waitzen, la sparizione di Görgey e le minacciose avanzate dei generali austriaci e russi, il grande magiaro non si perdeva d'animo, e colla sua ardente parola infiammava il popolo a nuove battaglie per l'indipendenza della patria.


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Le guerre le insurrezioni e la pace nel secolo decimo nono
Volume secondo
di Ernesto Teodoro Moneta
Tipografia Popolare Milano
1904 pagine 328

   





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