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      Non occorre aggiungere che la proposta relativa all'arbitrato, messa in votazione, fu approvata all'unanimità.
      Del disarmo.
      Sul disarmo, che il Comitato ordinatore propose «generale e simultaneo», parlarono i rappresentanti più celebri di Francia e d'Inghilterra: Anastasio Coquerel, pastore evangelico e rappresentante del popolo all'Assemblea francese, Emilio Girardin, il potente giornalista, Bouvet, altro rappresentante all'Assemblea francese, Bastiat, l'economista, il londinese, già citato, H. Vincent, e, a quel tempo il più celebre di tutti, Riccardo Cobden.
      Coquerel cominciò coll'esprimere la sua emozione nel vedere riuniti in quel recinto da 700 a 800 cittadini d'Inghilterra e degli Stati Uniti, venuti per aprire un Congresso della pace «in seno alla nazione più guerriera del vecchio continente»; poichè questo coraggio gli inglesi e americani l'avevano tratto dalla fede e dalla tenacità delle convinzioni, eccitò i suoi compatriotti a seguirne il nobile esempio. Ricordando poi che gli eserciti permanenti sono di origine francese, fece notare che quando, nel 1439, gli Stati generali d'Orléans concessero a Carlo VII i fondi per tenere sotto le bandiere le prime truppe regolari, fu quello una specie di disarmo, perchè i servi non ebbero più obbligo di armarsi alla chiamata del signore feudale, nè questo fu più libero di guerreggiare per proprio conto.
      Ora trattasi (disse Coquerel) di entrare in una via nuova, di fare un passo di più e di disarmare gli eserciti.
      Dopo aver detto che il disarmo dovrebbe essere «progressivo e simultaneo», aggiunse:


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Le guerre le insurrezioni e la pace nel secolo decimo nono
Volume secondo
di Ernesto Teodoro Moneta
Tipografia Popolare Milano
1904 pagine 328

   





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