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      Il disarmo (disse) dev'essere simultaneo. Per arrivarvi, bisogna dapprima ottenere lo stabilimento di una giurisdizione internazionale. Questo scopo si sarebbe già ottenuto, se la Francia avesse, dopo febbraio, rappresentata la sua vera parte in Europa, se avesse sostenuto le nazionalità...
      L'oratore fece una specie di processo agli uomini di Stato; disse temere che presto la lotta si sarebbe aperta fra la civiltà e la barbarie, e impegnò gli amici della pace a raddoppiare di sforzi per resistere alla tempesta che si addensava nel nord.
      (Questo spettro del nord ingigantito, dopo l'ajuto dato dalla Russia all'Austria per sottomettere l'Ungheria, servì pochi anni dopo di pretesto a Luigi Bonaparte per unirsi all'Inghilterra nella guerra contro la Russia).
      Che cosa facciamo (chiese il Vincent) mantenendo grandi eserciti nei nostri paesi civili? Non solamente sopracarichiamo i cittadini di tasse pesanti e oppressive, ma contribuiamo a nutrire la passione della guerra e a infiammare l'immaginazione del pubblico coll'apparecchio militare, che noi spieghiamo incessantemente ai suoi occhi. Noi associamo i più teneri sentimenti della natura umana all'imagine dei combattimenti; noi ci abituiamo a porre la nostra fiducia nelle nostre armi e a considerarle la suprema ragione delle nazioni; noi famigliarizziamo la gioventù con questa filosofia grossolana; di più, noi infiammiamo in questo senso persino le ardenti imaginazioni delle donne, che sono sì vive, e che non dovrebbero mai riposare che su ciò che è amabile, santo e generoso.


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Le guerre le insurrezioni e la pace nel secolo decimo nono
Volume secondo
di Ernesto Teodoro Moneta
Tipografia Popolare Milano
1904 pagine 328

   





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