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      Parlarono, recando qualche nuovo argomento, o ribattendo le solite obbiezioni, l'economista francese Giuseppe Garnier, il pastore Buller, del Missouri, Dawson di Birmingham, Riccardo Cobden, che disse gli eserciti permanenti dannosi in tempo di pace quasi quanto la guerra. La seduta terminò coll'approvazione delle due seguenti risoluzioniIl Congresso ritiene che il mantenimento di un esercito permanente, col quale i Governi d'Europa reciprocamente si minacciano e impongono enormi pesi ai popoli, è conseguenza di gravi mali; e domanda che le forze militari siano ridotte a quanto è strettamente necessario per la difesa dell'ordine interno e per la sicurezza dello Stato.
      Il Congresso riconferma il dovere di respingere i prestiti che servono alle spese militari, perchè fomiti di guerra.
      La terza ed ultima giornata (24 agosto) non fu meno importante delle prime due.
      Parlò pel primo il capo indiano Higaga-Bu, che così cominciò: "Quando quindici anni fa vivevo nelle Foreste Vergini d'America, non immaginavo certamente che avrei un giorno partecipato ad un Congresso della pace in Germania". Egli, osservando il grande progresso fatto in pochissimi anni dallo spirito di pace, credette poter trarne la speranza, rimasta vana pur troppo! - fin'oggi - che la pace e la fratellanza dei popoli fra una quarantina d'anni avrebbero regnato nel mondo.
      Terminò portando ai congressisti il saluto degli abitanti delle montagne rocciose, e augurando che tutti i popoli, liberati dall'eredità belligera, vivano in piena pace.


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Le guerre le insurrezioni e la pace nel secolo decimo nono
Volume secondo
di Ernesto Teodoro Moneta
Tipografia Popolare Milano
1904 pagine 328

   





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