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      Era cosa a cui egli non intendeva rassegnarsi. Ed ecco Comitati, che disponevano di somme enormi, organizzati in tutta la Francia, e aiutati dagli uffici governativi, intraprendere un'attiva propaganda per la revisione della Costituzione. Ottanta Consigli dipartimentali, su 85, la chiesero all'Assemblea.
      Respinta la revisione dall'Assemblea, grazie ad una coalizione di repubblicani e di monarchici, l'idea d'un colpo di Stato dev'essersi subito raffermata nella mente del Bonaparte.
      Si circondò d'uomini disposti ad ajutarlo fino al delitto. Andò a cercare in Africa generali capaci di indovinare e di eseguire qualunque suo ordine. Per promuoverne di nuovi, fece intraprendere, senza necessità, una campagna, che costò molte vittime, nella Kabilia.
      La propaganda bonapartista nell'esercito si fece in Francia in modo allarmante.
      Subito dopo aver prestato davanti all'Assemblea il giuramento prescritto dalla Costituzione, sorse a dire:
      Il mio dovere è tracciato; lo compirò da uomo d'onore. Io vedrò nemici della Repubblica in tutti coloro che tenteranno di cambiare, per vie illegali, ciò che la Francia intera ha stabilito.
      Le impazienze dei repubblicani più avanzati, i progressi dell'idea socialista nelle masse operaie, e specialmente la sollevazione proletaria di giugno, spaventando la borghesia, indussero i vecchi partiti conservatori, orleanisti e legittimisti, divisi da gran tempo, dopo aver fatto adesione alla Repubblica, a unirsi per combattere il nemico comune: la democrazia repubblicana.


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Le guerre le insurrezioni e la pace nel secolo decimo nono
Volume secondo
di Ernesto Teodoro Moneta
Tipografia Popolare Milano
1904 pagine 328

   





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