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      Nondimeno le barricate sorte in parecchi quartieri, l'atteggiamento ostile della borghesia, i manifesti dei deputati della montagna, che, dichiarando il Bonaparte traditore e fuor della legge, facevano appello all'insurrezione, e i deputati che in più luoghi s'erano messi alla testa del popolo, tutto faceva temere agli uomini dell'Eliseo un cambiamento della situazione.
      Allora si trovò un uomo che, per abbattere ogni resistenza, non si sentì trattenuto da scrupolo veruno. Questo uomo fu Morny. Il suo piano fu questo: Lasciar fare le barricate; lasciare che gli insorti s'impegnassero seriamente nella resistenza, per schiacciarli poi e distruggerli. Invadere e vincere la città col terrore, fu la sua risoluzione.
      Il ministro della guerra, Saint-Arnaud, non volle essere dammeno del suo collega dell'interno; egli pubblicò un manifesto che diceva «Ogni individuo preso costruendo o difendendo una barricata, o con armi alla mano, sarà fucilato!»
      Il generale Magnan, comandante le truppe di Parigi, si mostrò degno di tutt'e due. Egli, dopo avere spiegato al ministro della guerra il movimento d'insieme, di più brigate in una volta, nei quartieri Saint-Denis, Saint-Martin e del Tempio, dove s'era concentrata la resistenza, gli aveva detto: «Alle ore due sentirete tuonare il cannone; ed io vi prometto che con simili truppe Parigi sarà questa sera sbarazzata dai suoi nemici.»
      Poche ore dopo, mentre le truppe nei quartieri indicati dal generale Magnan assalivano le barricate, facendo sterminio dei difensori, sui boulevards si compì la minaccia di Morny.


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Le guerre le insurrezioni e la pace nel secolo decimo nono
Volume secondo
di Ernesto Teodoro Moneta
Tipografia Popolare Milano
1904 pagine 328

   





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