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      Tuttavia, per dimostrare che le sue intenzioni erano pacifiche, in una visita che fece in settembre all'imperatore d'Austria, presentò un progetto di accomodamento, il quale, mentre non menomava l'indipendenza della Turchia, apriva la via a nuove trattative.
      Le cose stavano in questi termini, quando il 4 ottobre la Porta, sobillata forse segretamente dalla diplomazia francese, che giuocava a partita doppia, dichiarò guerra alla Russia.
      La Russia, per dimostrare le sue buone intenzioni o per guadagnar tempo, fece seguire alla dichiarazione di guerra della Turchia una sua dichiarazione, la quale diceva, ch'essa sarebbe rimasta sulla difensiva, e avrebbe intanto continuato le trattative colle potenze intermediarie per arrivare ad una soluzione soddisfacente.
      La Porta ne approfittò per dar principio con alcune avvisaglie alle sue ostilità.
      Erano passati pochi giorni, quando l'ammiraglio russo Nakhimoff, in una nebbiosa giornata di novembre, assaltò la squadra turca che, sotto il comando di Osman pascià, s'era ricoverata nel porto di Sinope. Quasi tutte le navi turche furono distrutte. L'equipaggio, dopo un eroico combattimento, fu fatto quasi tutto prigioniero.
      La notizia di questo fatto, che iperbolicamente fu chiamato il "massacro di Sinope" e fu giudicato come atto d'iniquo tradimento e di barbarie, suscitò, specialmente a Parigi e a Londra, un grande fermento. La guerra che prima nessuno desiderava, dopo quel fatto tutti la vollero.
      I due governi, britannico e francese, fino allora indecisi fra la pace e la guerra, sentendosi ora appoggiati dall'opinione pubblica, presero di fronte alla Russia un atteggiamento di belligeranti, facendo entrare le loro flotte fin nel Mar Nero.


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Le guerre le insurrezioni e la pace nel secolo decimo nono
Volume secondo
di Ernesto Teodoro Moneta
Tipografia Popolare Milano
1904 pagine 328

   





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