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      Non meno disgraziata e più improvvida fu la condizione posta della esclusione di corpi irregolari; perchè in tutte le guerre nazionali le milizie irregolari sorgono spontanee dalle viscere del paese, e in Italia erano il principale mezzo di accrescere le forze dei proprii combattenti fino a pressochè pareggiare quelle dell'alleato.
      Si capisce che Napoleone III, diffidente della rivoluzione, e voglioso di riservare all'esercito francese la prima parte nel dramma cruento, richiedesse quella condizione; ragioni ben più forti dovevano consigliare il ministro italiano a respingerla.
      Ma il generale La Marmora non era uomo capace di comprenderle. Cittadino onesto, rigido amministratore e buon soldato in piccolo Stato, nulla intendeva della necessità vitale per un paese che sorge, di trarre da esso, nel momento decisivo della sua esistenza, tutte le energie di cui sia capace.
      Ne vedremo fra poco le conseguenze.
      l'Insurrezione e la Guerra.
      L'attentato di Orsini e sovratutto il processo e la lettera a Napoleone III, di cui con insolito coraggio un giornale finanziario milanese15, aveva pubblicato un abbastanza ampio resoconto, avevano suscitato in Milano e in altre città lombarde, un fermento patriottico, che andò sempre crescendo, mano che giungevano dal Piemonte notizie accennanti a non lontana riscossa.
      Specialmente fra i giovani della nuova generazione, che facevano capo a forti combattenti di Roma e di Venezia, s'erano formate piccole società segrete, le quali, sperando si dovessero rinnovare le prove del quarantotto, facevano introdurre clandestinamente dal Piemonte e dalla Svizzera giornali, opuscoli e manifesti, che, distribuiti da amici, dovevano ravvivare in tutti il sentimento nazionale.


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Le guerre le insurrezioni e la pace nel secolo decimo nono
Volume secondo
di Ernesto Teodoro Moneta
Tipografia Popolare Milano
1904 pagine 328

   





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