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      Sebbene il progetto giobertiano, d'una confederazione presieduta dal Papa, non potesse sorridere alla maggioranza dei patriotti italiani, ormai quasi tutti infervorati nell'idea unitaria, l'opuscolo fece un'eccellente impressione in Italia, per le parole poetiche che l'infioravano, accennando alle glorie civili del nostro paese, e sovratutto perchè vi si vedeva affermata l'idea dell'indipendenza italiana, coll'espulsione dell'Austria da un paese che non era suo, e che non voleva più sopportarla. Della parte riguardante il Papa, il Borbone e gli altri despoti nessuno si preoccupava, perchè tutti sentivano che, cacciata l'Austria, il paese avrebbe provveduto, come meglio intendeva, alle proprie sorti.
      L'ottimismo patriottico di quel tempo in Italia era tale, che, non ostante gli ammonimenti e gli scongiuri di Mazzini, la lealtà, il disinteresse e l'amore sincerissimo di Napoleone III per l'Italia, erano divenuti per la maggior parte dei patrioti, quasi articoli di fede.
      Quale fu l'effetto dell'opuscolo in Francia?
      L'imperatore, che aveva avuto parte diretta nell'ultima redazione all'insaputa dei ministri, ne annunciò la pubblicazione al Consiglio nella seduta del 3 gennaio. «I ministri (così scrisse il Rendu nelle sue note di quel giorno) ricevevano la notizia in pieno petto: stupore di tutti, dispetto interiore di alcuni».
      Continuiamo a spigolare in quelle note:
      «Uscito l'opuscolo, gran rumore in Parigi! Furore negli uni - gente di borsa specialmente - entusiasmo in un certo numero». Tre ministri dicevano altamente: «L'imperatore vuole la guerra, ma il suo governo vuole la pace».


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Le guerre le insurrezioni e la pace nel secolo decimo nono
Volume secondo
di Ernesto Teodoro Moneta
Tipografia Popolare Milano
1904 pagine 328

   





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