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      Era il 2 marzo, mentre il decreto che istituiva le compagnie dei Cacciatori delle Alpi non uscì che il 17 marzo, e portava la firma, non del ministro della guerra, generale La Marmora, ma del presidente del Consiglio, Cavour. Un decreto del medesimo giorno ne dava il comando a Garibaldi, col grado di maggior generale.
      Già precedentemente una Commissione d'arruolamento era stata istituita in Torino, della quale pro forma facevano parte alcuni uomini eminenti dell'emigrazione, fra questi l'esule veneziano, deputato alla Camera Subalpina, Sebastiano Tecchio. Questa commissione, dava ai Cacciatori delle Alpi i meno robusti. Garibaldi stesso lo scrisse:
      Sceglieva la gioventù più forte e meglio conformata, dell'età da diciotto a ventisei anni, per i corpi di linea. I troppo giovani, i troppo vecchi, o difettosi ai corpi volontari19.
      Si facevano delle eccezioni; vale a dire la Commissione consentiva ad assegnare ai corpi volontari giovani robusti e ben formati, soltanto quando essi medesimi ne facevano espressa e formale condizione.
      Avvenne così, che delle molte migliaia di volontari accorsi in Piemonte per combattere nelle file di Garibaldi, non più di 3500 furono incorporati nei tre reggimenti dei Cacciatori delle Alpi, che Garibaldi condusse contro gli austriaci all'aprirsi delle ostilità.
      Poco più di tre mille uomini in una guerra che doveva essere combattuta da più di duecento mila da una parte e dall'altra, anche guidati da un genio di guerra, non potevano avere gran peso nelle sorti di tutta la campagna.


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Le guerre le insurrezioni e la pace nel secolo decimo nono
Volume secondo
di Ernesto Teodoro Moneta
Tipografia Popolare Milano
1904 pagine 328

   





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