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      Milite qualche volta, perchè nato in paese schiavo, ma sempre con repugnanza, convinto che sia un delitto doversi macellare reciprocamente per intendersi!21.
      Abbiamo detto che il maggior numero erano lombardi. Avvicinandosi al Lago Maggiore, al confine, il pensiero che fra un giorno o due avrebbero toccato il suolo natio, per liberarlo per sempre dal dominio straniero, «dava le ali ai Cacciatori e trasfondeva nei fiacchi una lena novella».
      La canzone elettrizzante dei volontari:
      Addio, mia bella, addio,
      l'armata se ne va,
      «echeggiava con squilli insoliti di allegria e di passione da un capo all'altro della colonna»22.
      Per ingannare il nemico sul piano da lui concepito, Garibaldi mandò da Oleggio ordini di alloggi e viveri in Arona per 3500 uomini, e prese tutte le disposizioni, come se dovessero là pernottare i Cacciatori delle Alpi.
      Ma arrivata la colonna sull'imbrunire alle prime case di Arona, le fece fare una contromarcia a destra, avviandola a Castelletto sul Ticino. Là giunta, coll'accordo di amici fidati delle due sponde, imbarcatasi su barconi che aveva da due giorni allestiti Francesco Simonetta, comandante delle guide, e molto pratico dei luoghi, perchè aveva in quei dintorni stabilimenti industriali, tutta la colonna potè passare, senza alcun sospetto del nemico, a Sesto Calende, sulla riva lombarda, facendovi prigionieri i gendarmi e i pochi croati che vi stavano di guardia.
      Era il 23 maggio, mentre soltanto il 4 giugno l'esercito franco-sardo passò il Ticino. In quei dodici giorni quali ardite e fortunate imprese, preparatrici della finale vittoria, avrebbe potuto compiere l'eroico duce, se avesse potuto disporre di forze corrispondenti al suo genio, se precedendo i suoi passi fosse insorta tutta la popolazione dei paesi ch'egli doveva attraversare!


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Le guerre le insurrezioni e la pace nel secolo decimo nono
Volume secondo
di Ernesto Teodoro Moneta
Tipografia Popolare Milano
1904 pagine 328

   





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