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      Gli alleati in Milano.
      Milano aveva passato gli ultimi giorni della dominazione austriaca fra speranze e angoscie indicibili. Le notizie delle vittorie di Palestro, di Varese e di San Fermo avevano riempiuto l'animo della cittadinanza di gioia ineffabile, facendo credere imminente l'entrata in cittą degli eserciti alleati. Ma poi il gran numero di truppe fresche del corpo di Clam-Gallas, che, arrivate dal centro dell'impero, attraversando la cittą, andavano a raggiungere l'esercito di Giulay, il contegno baldanzoso degli ufficiali austriaci, le rodomontate della Gazzetta Ufficiale di Milano, la sola che i milanesi potevano leggere, i bollettini bugiardi del quartier generale di Giulay, mettevano in grande apprensione l'animo dei cittadini, tementi per le sorti delle armi italiane e francesi.
      La giornata del 4 giugno era stata per essi la pił penosa. Il cannone di Magenta li aveva avvertiti che lą i destini d'Italia si decidevano. Alla notte alcune voci cominciarono a circolare che una grossa sconfitta avevano avuto gli austriaci, ma fu solamente il mattino del 5 che se ne ebbe certezza.
      Da Porta Vercellina le truppe austriache entrarono in cittą, visibilmente stanche, abbattute, in disordine. Vedevansi fantaccini e cavalieri frammischiati, gli uni senza cavallo, altri senza armi, affusti senza cannoni, cavalli con ricche qualdrappe senza cavalieri. E, in mezzo a tanta confusione, carri di ambulanza e carri di contadini carichi di feriti, che, a vederli, stringevano il cuore d'immensa pietą.


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Le guerre le insurrezioni e la pace nel secolo decimo nono
Volume secondo
di Ernesto Teodoro Moneta
Tipografia Popolare Milano
1904 pagine 328

   





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