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      Si può dire che fino al 1865 la biologia discuteva ancora, senza speranza di risolverlo, il problema delle differenze fra gli animali e i vegetali, giacché il movimento e la sensibilità elevavano, secondo alcuni, una insuperabile barriera fra i due regni; ma l'opera che il Darwin pubblicò allora sulle Abitudini e sui movimenti delle piante rampicanti (1865) tolse ogni valore alla distinzione basata su quelle due funzioni. La struttura e le funzioni degli organi diversi per mezzo dei quali le piante si arrampicano e si attaccano agli oggetti esterni od alle altre piante, studiate da lui in tutte le famiglie del regno vegetale e secondo tutte le modificazioni che esse subiscono, rivelarono che le piante si arrampicano per arrivare, in mezzo agli ostacoli, alla luce, e per esporre colle loro foglie una più larga superficie alla sua azione ed all'aria con molto risparmio di sostanza organizzata e perciò con notevole vantaggio nella lotta per l'esistenza sopra le piante dotate di tronchi massicci e di rami pesanti. Questo vantaggio spiega la frequenza delle piante rampicanti in tutte le regioni della terra; ma, quel che è più, esso è acquistato e mantenuto per mezzo di speciali movimenti che la pianta esegue nell'arrampicarsi a seconda dei suoi bisogni, e per mezzo d'una particolare sensibilità di alcuni dati organi (rami, pezioli, peduncoli), i quali essendo sensibili al tocco si piegano verso la parte toccata e producono così la disposizione tutta speciale delle piante rampicanti.


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Carlo Darwin
di Enrico Morselli
pagine 83

   





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