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      Basta enunciare codesto principio per comprendere com'esso si applichi in modo più generale anche ai progressi derivati dal differenziamento dei sessi nella serie animale e come valga anche per rispondere alla obbiezione dell'ibridismo.
      Non meno nuove ed importanti sono le ricerche sulle differenti forme di fiori che presentano le piante della stessa specie (The different forms of Flowers on Plants of the same species, London, 1877). Già Linneo aveva distinto i fiori in ermafroditi ed unisessuali, e le piante che portano questi ultimi in monoiche, dioiche e poligame: ma il Darwin fino dal 1862, come dissi, poi anche nel 1868, ristudiando questa parte oscura della fisiologia vegetale, ci mostrava come le forme floreali presentate dalle piante d'una stessa specie sieno ben più variate di quanto supponeva il celebre Svedese. Così fra le piante a fiori ermafroditi, cioè con pistilli e stami, come fra quelle unisessuate monoiche e dioiche, non che fra le poligame, il Darwin scopriva numerose e varie combinazioni nella struttura delle forme florali (dimorfismo e trimorfismo), determinando anche il valore fisiologico di queste differenze strutturali negli organi di riproduzione. Le osservazioni e le esperienze sulla Primula veris, che egli fece allo scopo di verificare i vantaggi della fecondazione fra i fiori di tipo dissimile (fecondazione incrociata o legittima) su quella fra fiori simili (fecondazione diretta o illegittima), resteranno modello insuperabile di esattezza e di pazienza per tutti gli sperimentatori.


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Carlo Darwin
di Enrico Morselli
pagine 83

   





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