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      Ed ecco nascere la prostituzione poichè fin d'allora la donna conobbe e praticò l'arte della seduzione non soltanto colla bellezza di quel corpo che era la sua unica proprietà ma pure col fascino degli ornamenti; per ottenere questi dall'uomo che la desiderava e per rendere la propria condizione meno aspra e meno dipendente la donna si vendette o si lasciò comprare. Ancora oggi nel bel mezzo della Civiltà di cui andiamo orgogliosi non è questa la ragion prima della prostituzione?
      Dobbiamo essere sinceri e riconoscere che è molto difficile dire che la prostituzione sia tutta male e non contenga una parte se pur piccolissima di bene. Il fatto innegabile che essa è stata di tutti i tempi che si è sviluppata e talvolta ha prosperato presso tutte le razze umane dalle più selvaggie alle più civili; che anzi essa è arrivata al suo apogeo nelle grandi epoche della Storia sia pure segnandovi i principii della decadenza come un frutto che passa oltre alle fasi della sua maturità: tutto ci denota che essa adempie nel consorzio umano una «funzione». Orbene definire senza preconcetti tale funzione stabilirne i limiti indicare quando sia possibile gli organi sociali che potrebbero sostituirla col minor danno dell'individuo e col maggior vantaggio del corpo collettivo ecco un bel programma per una Sociologia positiva che tenga il piede su di un terreno solido e non si ubbriachi di illusioni astratte. E allora ci si può ci si deve chiedere se la prostituzione dato che appartiene ai fenomeni storici per così dire universali sia da condannare senza remissione e se la mercenaria di amore dato che si incarica di impersonare questa funzione sociale sia poi tanto spregevole.


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Sessualità umana
di Enrico Morselli
Editore F.lli Bocca Torino
1931 pagine 209

   





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