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      Di che la prima bolgia era repleta.
     
      Nel fondo erano ignudi i peccatori;
      Dal mezzo in qua ci venìan verso il volto
      Di là con noi ma con passi maggiori.
     
      Poscia i due piegano verso destra sulla ripa rocciosa e si trovano su di un arco formato dalla roccia stessa per lasciare passaggio alle file dei peccatori:
     
      ...con pochi passi divenimmoLà 've uno scoglio dalla ripa uscìa.
     
      Assai leggermente quel salimmo
      E volti a destra su per la sua scheggia
      Da quelle cerchie esterne ci partimmo.
     
      Quindi noi fummo là dov'ei vaneggiaDi sotto per dar passo agli sferzati...
     
      Credo che in questo passo abbiano ragione i commentatori che leggono esterne e non eterne poichè Dante e Virgilio camminano ora in senso centripeto dalla periferia del cerchio verso il pozzo centrale costeggiato dalle bolgie più interne. Tutte le bolgie sono attraversate da ponti di roccia che tra un argine e l'altro formano arco:
     
      Già eravam dove lo stretto calleCon l'argine secondo si incrocicchia
      E fa di quello ad un altr'arco spalle.
     
      Ne segue che i Poeti sono sempre in alto rispetto alle valli del cerchio e per ciò debbono guardare in basso onde vedere ciò che succede nel fondo dell'altra bolgia: questa pei vapori pestilenziali che la ingombrano
     
      ..... è cupa sì che non ci bastaLoco a veder senza montare al dosso
      Dell'arco ove lo scoglio più sovrasta.
     
      Adunque mentre la prima bolgia racchiudente i ruffiani e i seduttori ha il fondo più o men livellato o scabro di «sasso tetro» e di «color ferrigno» sul quale corrono a piè nudi i dolenti peccatori; la seconda è costituita da un fosso verosimilmente incavato nel fondo pietroso e così trasformato in una enorme cloaca dove adulatori ed adulatrici (o meglio prostitute) stanno immersi nello sterco degno soggiorno per quella «lordura».


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Sessualità umana
di Enrico Morselli
Editore F.lli Bocca Torino
1931 pagine 209

   





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