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      Il maltusianismo prolungato per anni se apporta la sterilità nella donna che poi invano agogna le soddisfazioni della maternità arreca pure l'indebolimento genitale del maschio. La donna resta sempre meno appagata ma anche nell'uomo queste abitudini preventive creano molto spesso disturbi dell'atto sessuale al quale si associa sempre un minorato senso di libido.
      L'inferiorità della monogamia rispetto alla poligamia verrebbe provata dalla differenza cronologica sessuale fra uomo e donna; soltanto una grande e solida elevazione spirituale può mantenere la fedeltà coniugale massime quando l'età degli sposi non sia molto diversa o peggio quando l'uomo sia più giovane della donna (moglie od amante); poichè avverrà allora quasi ineluttabilmente la sazietà con la ricerca di soddisfazioni più stimolanti ed insolite fuori del talamo coniugale. In generale si osserva che in certi cinquantenni sovreccitati l'aumento della libido psichica non corrisponde alla potentia fisica. A questa epoca le tendenze dongiovannesche possono essere orpelli di potenzialità: si vorrebbe poter bere insaziabilmente alla tanto auspicata «fonte di giovinezza» secondo la vecchia leggenda; ma in realtà gli ardori stantii si esauriscono nelle deficienze dell'età.
      Nella donna il climaterio anche il più normale sveglia una serie multipla di cambiamenti nella cenestesi (senso incosciente dello stato fisico) che ci dànno la spiegazione più ovvia e legittima delle neurosi psiconeurosi e psicosi femminili di questo periodo.


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Sessualità umana
di Enrico Morselli
Editore F.lli Bocca Torino
1931 pagine 209