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      Se alla qualifica di demenza senile applicata a uomini cinquantenni e perciò eccessiva sostituiamo invece il concetto etio-patogenico del climaterio avremo risolto anche il dubbio espresso dal sommo antropologo-psichiatra: se cioè in detti casi non si sia scambiata la pazzia col delitto; ma evidentemente si tratta di modificazioni morbose nel carattere che stanno di mezzo fra la pazzia e la criminalità.
      Ma più notevole ancora fu uno studio fatto da Antonio Marro sull'età che avevano 500 delinquenti all'epoca in cui cominciarono a delinquere. Mentre i reati di sangue avevano il loro massimo nell'età giovanile fra i 16 e i 25 anni e cessavano fra i 41 e i 55 anni e mentre anche i reati contro la proprietà spesseggiavano fra gli individui giovani (truffatori ladri con scasso ladri in genere) invece i rei di stupro avevano proporzionalmente un'età più avanzata. Sui 39 stupratori del gruppo esaminato dal Marro ben 13 cioè il terzo presentava un'età superiore ai 41 anni anzi la metà di essi aveva dai 56 ai 65 anni. Un'altra figura di delitto che si prolunga al di là del periodo di maturità sarebbe il furto domestico: frequente in gioventù esso cesserebbe fra i 30 e i 40 anni ma riprenderebbe fra i 40 e i 60.
      Al Marro non era sfuggita la predilezione morbosa degli anziani per le bambine; ed in verità molti dei delitti di corruzione di minorenni degli attentati al pudore degli stupri e specialmente dei delitti sadici che tanto impressionano giustamente la pubblica coscienza morale sono commessi da uomini sul declinare della vita.


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Sessualità umana
di Enrico Morselli
Editore F.lli Bocca Torino
1931 pagine 209

   





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