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      Molto si è scritto fin qui sulle «amicizie» nei Collegi tanto nelle biografie ed autobiografie quanto nei romanzi e nei saggi di morale e di pedagogia; troppo anche se n'è discorso in certi studii moderni sulle anomalie e perversioni dell'istinto sessuale. Se bene si considera si vede che due degli infingimenti più comuni dell'istinto sessuale offrono fra loro curiose analogie: l'amore sentimentale o idealistico che volgarmente si chiama «amore platonico» o platonismo quantunque nulla abbia in sè che ricordi la filosofia del grande scolaro di Socrate; e le amicizie ardenti le simpatie calde e appassionate fra individui del medesimo sesso. Ma del primo l'aureola onde l'avevano circondato la male intesa pietà dei romantici e il languore dei precocemente esauriti è già stata sfrondata: rimane da scoprire il fuoco sacro della sessualità nel così detto sentimento di amicizia dell'epoca pubere e dell'adolescenza.
      L'occhio dello psicologo distingue con poca fatica che l'amore «platonico» si risolve o in una falsa etichetta per far passare merce avariata sia pure all'insaputa dello stesso amante o in un fenomeno psicopatico della degenerazione mentale. Il Lombroso felicissimo sempre anche nella creazione e scelta dei nomi ne aveva descritta la forma principale come «monomania dell'amore casto». Ma i silenzi significanti le mute dichiarazioni d'amore le gite solitarie al chiaro di luna e tutte le altre romanticherie caratteristiche del platonismo lasciano in fondo al crogiuolo dello psichiatra analizzatore soltanto la tendenza imperiosa del puro bisogno fisiologico.


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Sessualità umana
di Enrico Morselli
Editore F.lli Bocca Torino
1931 pagine 209

   





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