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      Noi oggi invece li salviamo circondandoli di assistenze e di cure; noi costruiamo per essi e manteniamo Asili, Ospizi, Ricoveri quando sono del tutto incapaci di convivenza; oppure noi indulgiamo alla loro presenza in mezzo alla popolazione dei sani, quand’anche non vi compiano nessuna utile funzione e vi vivano da puri parassiti; neanco poniamo limiti efficaci alla loro malsana facoltà di riproduzione; insomma, noi sacrifichiamo il benessere e la salute, l’avvenire della specie e della razza al feticcio della libertà individuale.
      È giunto - dicono gli eutanatisti teorici e coerenti - per lo meno a riguardo degli individui esclusi dal processo naturale e sociale dell’Evoluzione umana fisica e morale, cioè per i mostruosi, i deformi irreparabili, gli idioti biopatici e cerebropatici, i cretini, e anche pei criminali incorreggibili, è giunto il momento di domandarsi: - La scienza medica rende davvero un servizio all’Umanità quando protegge e prolunga delle esistenze cotanto inutili e dannose, o, peggio ancora, quando non impedisce la riproduzione di esseri così nefasti allo sviluppo della specie? Non erano forse previdenti quegli antichi e non lo sono quei popoli odierni che destinano a morte le creature nate deformi od imperfette? E non sarebbe conforme alla dottrina ed alle finalità pratiche del progresso umano in tutti i sensi, che venissero eliminati i soggetti inadatti, ora abbandonandoli al loro destino determinato dai processi naturali di eliminazione, ed ora applicando loro un processo razionale ma indoloro di soppressione artificiale?


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L'uccisione pietosa (L'eutanasia)
In rapporto alla Medicina alla Morale ed all'eugenica
di Enrico Morselli
Editore Bocca Torino
1928 pagine 230

   





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