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      Questi rilievi critici sono stati preveduti dallo stesso Richet, che poco oltre al passo rigidamente eugenetico quassù citato, ammette che si dovrebbe limitare la soppressione violenta ai soli esseri mostruosi privi di coscienza, ossia "ai piccoli neonati che non hanno ancora coscienza" (p. 168). A parte che anche così intesa la selezione artificiale avrà sempre limiti di difficilissima determinazione, si può osservare che non abbiamo ancora una buona definizione di ciò che diciamo "coscienza", e su ciò ho già scritto altrove. Sopprimendo di buon’ora, scrive il fisiologo parigino, e arrestando nel loro sviluppo quei bimbi appena nati, non infliggiamo loro nè torture, nè sofferenze, poichè "per soffrire bisogna pensare, ed essi non pensano ancora".
      Dubito che sia accettabile anche questo secondo dogma psicologico: dovunque è Vita, anche nelle sue forme infime, stanno Piacere e Dolore. Annegando dei piccoli gatti, che dovrebbero avere ancora meno coscienza e nessuna capacità di "pensare" a paragone delle creature umane, si assiste con orrore ai loro istintivi disperati movimenti per seguitare a vivere, e non si resta molto convinti della tesi che limita arbitrariamente la coscienza a quella dell’uomo in piena capacità di introspezione sul proprio io! Noi, vedendo quei moti di difesa, e parlando da puri fisiologi li chiamiamo "automatici", ed intendiamo con ciò di escluderne la coscienza; parlando poi da psicologi, usiamo il termine di "istintivi", sempre col medesimo sottinteso.


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L'uccisione pietosa (L'eutanasia)
In rapporto alla Medicina alla Morale ed all'eugenica
di Enrico Morselli
Editore Bocca Torino
1928 pagine 230

   





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