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      L’esito dipende da due gruppi di fattori molto complessi: dalla gravità e dalla durata di tutte le manifestazioni morbose; e dall’energia di resistenza di cui dispone l’organismo
      (Lustig-Galeotti).
      Ora, è da notare che vi sono processi patologici che fin da principio superano qualsiasi potere di reazione e difesa dell’organismo, e sono destinati a sopraffarlo, conducendolo inesorabilmente a morte: tale è il caso del cancro, di cui già avemmo occasione di parlare. D’altra parte, un buon numero delle malattie che dapprima si presentano sotto forma acuta, non solo curabile, ma anche guaribile, possono assumere il decorso cronico e portare il paziente all’estrema miseria fisiologica; ad esempio, una nefrite, una affezione di fegato, di rene, di polmoni, delle articolazioni ed ossa, ecc. Altre malattie si presentano invece fin da principio con decorso fatalmente duraturo e notoriamente inguaribile, non ostante la possibilità di attenuarne alcune manifestazioni con cure adatte, almeno per un certo tempo; tali la tubercolosi distruttiva dell’apparato respiratorio, le cardiopatie da vizii valvolari, il reumatismo deformante, il diabete grave, certe affezioni del neurasse, la tabe, le mieliti, la paralisi generale progressiva, i postumi delle affezioni vascolo-cerebrali a ripetizione, il missedema, ecc., ecc.
      Sotto il punto di vista che qui ci interessa, la malattia ha, in massima, tanto se acuta e guaribile quanto se cronica ed inguaribile, due gradi a seconda che concede o no qualche compensazione, e a seconda che lascia all’individuo qualche possibilità di bastare a sè stesso oppure lo obbliga a richiedere l’assistenza altrui per le diverse necessità fondamentali di vita.


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L'uccisione pietosa (L'eutanasia)
In rapporto alla Medicina alla Morale ed all'eugenica
di Enrico Morselli
Editore Bocca Torino
1928 pagine 230

   





Lustig-Galeotti