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      A tale proposito debbo ricordare, che oltre al Naecke, un altro rispettabilissimo alienista tedesco, il prof. Alfredo Hoche, facendo proemio all’opuscolo del giurista Binding che già citai, ha trattato il nostro problema dal punto di vista della Psichiatria, chiedendosi precisamente se non sia lecito fare sparire gli idioti inemendabili e quei pazzi che si siano dimostrati inguaribili: insomma, i soggetti che egli designa col termine un po’ allegorico di "morti spirituali". E qui non sarà inopportuno avvertire come l’Hoche sia dei pochissimi psichiatri che negano la possibilità ed utilità di distinguere e classificare le malattie mentali, almeno coi criterî usuali; egli sostiene che la pazzia è sempre un’affezione una ed indivisibile, e che non esiste distinzione sicura fra paranoia, demenza precoce, demenza senile, ecc. Il che, se fosse vero, porterebbe alla amara constatazione della irrealtà di una Psichiatria speciale. Come se in tutte le altre branche della Patologia umana non ci si sforzasse, invece, di dare ai singoli morbi una sempre crescente autonomia!
      Nei riguardi poi del nostro tema, la unificazione di tutti gli infermi di mente in una sola categoria porterebbe alla conclusione, che, lecita divenendo la uccisione dei "morti spirituali", la stessa sorte dovrebbe toccare tanto all’idiota il più bruto, od al rimbambito da rammollimenti arterio-sclerotici del cervello, quanto al delirante sistematizzato inguaribile, ma ancora abbastanza lucido, o al catatonico immutabile nella sua stereotipia: tutti incoscienti, tutti ciechi oramai alla luce e vita dello spirito, tutti egualmente irrimediabili!


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L'uccisione pietosa (L'eutanasia)
In rapporto alla Medicina alla Morale ed all'eugenica
di Enrico Morselli
Editore Bocca Torino
1928 pagine 230

   





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