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      In Atene il veleno si imponeva ai colpevoli, obbligati con ciò ad un suicidio penale; a Céos esso serviva invece a liberare il piccolo territorio dal soprappiù troppo invecchiato della popolazione. E tale eutanasia era così compenetrata nelle opinioni etico-giuridiche di quella gente che quando Sesto Pompeo, impadronitosi del Mediterraneo nella lotta contro Cesare, discese nell’isola, vi fu invitato ad assistere coi suoi compagni all’avvelenamento volontario di una nonagenaria ancora nella pienezza di mente, ma convinta che fosse giunta l’ultima sua ora per andare "pacificamente" nel luogo più fortunato degli Inferi o dei Campi Elisi.
      Ma da secoli tutte queste usanze arcaiche sono scomparse dall’Europa Latina o Latinizzata: la civiltà Romana da prima, la Cristiana in seguito, hanno condotto al rispetto della vita e alla riverenza per la vecchiaia. Una risurrezione atavica di quel barbaro costume non poteva avvenire che fra popolazioni abbrutite dalla servitù della gleba, dall’ignoranza e dall’immissione di sangue barbarico (asiatico), voglio dire in Russia, la terra classica di tutte le follie epidemiche e delle sètte psicopatiche. Pochi anni fa vi si costituì una sètta pseudo-religiosa detta degli "strangolatori", i quali posero fra i loro strani principî di vita sociale l’ammazzamento dei vecchi parenti. Ignoro se la burrasca del Bolcevismo l’abbia seppellita fra le rovine della Russia czaristica o non l’abbia fatta magari rivivere nelle regioni devastate ultimamente dalla fame insieme coll’antropofagia sui bambini, sia malati, sia già morti!


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L'uccisione pietosa (L'eutanasia)
In rapporto alla Medicina alla Morale ed all'eugenica
di Enrico Morselli
Editore Bocca Torino
1928 pagine 230

   





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