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      In secondo luogo, essa non avrebbe come molla d’azione la sola pietà verso i patimenti, ma si assumerebbe l’incarico ragionato di una soppressione umana, metodica, artificiale, a scopo utilitario. Infine, dovrebbe essere elevata a regola di condotta delle collettività, non solo per il bene degli individui, ma per il vantaggio della razza, per la Eugenetica. La cerchia del Diritto si viene così allargando su territorî immensamente più estesi e finora quasi inesplorati della vita sociale; ciò vuol dire che anche sotto il punto di vista giuridico, come da quello etico, il principio dell’eutanasia deve essere ripreso in esame, sia dai giuristi (abituati a considerare questi problemi con vedute spesso ristrette ed unilaterali), sia dai sociologi, dai moralisti, dai filosofi, dai teologi, in quanto lo stesso principio tocca, stimola, colpisce una folla stragrande di idee, di opinioni, di sentimenti e di interessi relativi al consorzio civile. Si tratta, in sostanza, di rifare in parte il cammino fin qui percorso dalla Civiltà, tornando verso quello stato sociale, in cui l’individuo era sagrificato al bene comune e gli si limitavano tutti i diritti, compreso quello a vivere, mentre gli si imponevano tutti i doveri verso l’orda, il clan, la tribù, la città, lo Stato.
      L’Ughetti, uno dei pochi medici che abbiano abbordato il tema, pone come condizione giuridica e morale dell’omicidio pietoso che esso sia domandato dal paziente stesso, con che verrebbe a mancare ogni responsabilità nell’uccisore o in chi gli fornisse i mezzi di morire: e questi sarebbe il medico.


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L'uccisione pietosa (L'eutanasia)
In rapporto alla Medicina alla Morale ed all'eugenica
di Enrico Morselli
Editore Bocca Torino
1928 pagine 230

   





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