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      Sia questa un capriolo, un orso, un cinghiale, la donna coll'aiuto delle sue vicine soccombenti sotto il peso, lo trascina dalla foresta alla casa, dove riposa pacifico il padrone. Il disprezzo per la donna è tale che l'atto di emancipazione del figlio si constata sul volto o sul dorso della madre. Il giorno in cui conta il suo quindicesimo anno, deve insultarla e batterla. Presso altre nazioni la donna può essere cambiata, venduta, permutata a piacere del marito, anche uccisa e mangiata s'egli crede farne un buon piatto.
      Eccettuata qualche tribú, in cui i Sechems aprono i loro consigli alle matrone, l'oppressione della donna è consacrata da vecchi costumi. Presso altre tribú, alla nascita d'un bambino, il marito si corica come colpito da grande sventura. Il neonato e l'intiera casa sono sottomessi ad una gran purificazione. Altrove, ai primi sintomi di fecondità, la donna è condotta con lugubre cerimoniale al mare, e durante il tragitto piovono sopra di lei l'arena ed il fango, immondizie ed imprecazioni. E cotali costumi con poche varianti sono comuni alle due Americhe...
     
      ... L'uomo sarà egli sempre il supremo arbitrato della famiglia, chiudendo cosí a forza intorno a lui gli affetti della donna che nulla di meglio cercano, che di espandersi a tutto, circondarlo della tiepida atmosfera della benevolenza, e dello spontaneo e lieto sacrificio?
      «V'è un angelo nella famiglia», scrive Giuseppe Mazzini, «che rende con una misteriosa influenza di grazie, di dolcezza e d'amore il compimento dei doveri meno amari.


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La liberazione della donna
di Anna Maria Mozzoni
pagine 272

   





Sechems Americhe Giuseppe Mazzini