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      Alcune dame venete indirizzavano alla Camera una istanza per ottenere il voto amministrativo, e, dietro le discussioni, la commissione parlamentare si pronunciava in favore delle petenti.
      Se però questo movimento in favore della tesi femminile è evidente, e segnatamente nelle provincie del mezzodí trova calda adesione da parte della giovane generazione, essa è in pari tempo terribilmente avversata da elementi potenti, il clero, le consorterie e le fatue masse eleganti. I moventi di questi tre avversari però sono molto diversi.
      Il clero, benché dottrinalmente ostile ad una tesi che ha contro di sé le tradizioni ortodosse, non sarebbe alieno da certe transazioni nel campo pratico, perché, influente esso stesso sulla donna, questa gli serve da tramite ad invadere del suo spirito le famiglie. Esso perciò si guarda bene dal combattere il movimento in quanto si esplica nel fatto, ma combatte gagliardamente l'innovazione nel campo teorico.
      Le consorterie avversano tutte le innovazioni per la ragione medesima per cui le perseguivano le autocrazie. Ogni oscillazione, ogni urto, ogni spostamento minaccia l'equilibrio sul quale si sostiene, pericolante acrobata, ogni fortuna umana. Se non che, pervenuti essi stessi al potere, gli uomini delle consorterie legando il loro nome ad imprese democratiche, non possono combattere di fronte e teoricamente questa tesi, e l'odiano perciò tanto piú cordialmente quanto quest'odio può meno confessarsi.
      Ogni qual volta in Parlamento levossi la solitaria voce del deputato Morelli ad invocare per la donna condizioni migliori, essa non trovò a destra opposizioni di massima.


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La liberazione della donna
di Anna Maria Mozzoni
pagine 272

   





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